Le malattie respiratorie croniche rappresentano una delle principali cause di morbidità e mortalità in tutto il mondo. In Italia, il loro impatto sociale e sul SSN, già molto rilevante, è in costante aumento a causa dell’invecchiamento della popolazione e della crescente esposizione a sostanze potenzialmente pneumotossiche quali gli inquinanti atmosferici.
I recenti progressi nella comprensione dei meccanismi patogenetici alla base di queste patologie hanno portato allo sviluppo di farmaci più efficaci rispetto a quelli disponibili fino a pochi anni fa.
Questo vale in particolare per la broncopneumopatia cronica ostruttiva (BPCO), l’asma bronchiale, il tumore polmonare, le bronchiectasie, la fibrosi polmonare idiopatica (IPF) e le fibrosi polmonari progressive ma anche per patologie rare quali l’ipertensione polmonare, il deficit di alfa-1 antitripsina e la proteinosi alveolare.
In quest’ottica, è indispensabile per lo pneumologo avere la possibilità di essere aggiornato e discutere con gli esperti i continui sviluppi diagnostici e terapeutici delle pneumopatie croniche in modo tale da trasferire queste conoscenze nella cura quotidiana dei pazienti.
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