Il 1996 è l'anno della svolta per le persone affette da HIV: sono stati identificati i corecettori CXCR4 e CCR5 ed è stata introdotta HAART con 'risposta clinica drammatica'. L'obiettivo che adesso si è data l' Organizzazione Mondiale della Sanità è garantire al 90 per cento degli individui con viremia HIV soppressa un'alta qualità della vita percepita.
Nel 2023 in Italia ci sono stati quattro nuovi casi di diagnosi da infezione da HIV ogni 100mila persone. In Veneto invece 1,1.
La UOC Malattie Infettive dell'Azienda, diretta dalla prof.ssa Anna Maria Cattelan, ha eseguito lo scorso anno 1230 test anonimi: sono persone con età media di 35 anni e nel 94 per cento dei casi sono caucasici. Le persone attualmente seguite regolarmente con infezione da HIV sono 1800: il 23 per cento sono donne, il 17 per cento sono stranieri.
Alla UOC afferiscono quattro ambulatori integrati HIV AIDS con accesso diretto e percorsi multidisciplinari. Il 57 per cento dei pazienti è propenso ad utilizzare gli strumenti di telemedicina per interagire con il proprio medico. Il 92 per cento del campione intervistato non ha mai percepito lo stigma all'interno del reparto di Malattie Infettive, lo ha sentito al contrario in ambienti esterni all'ospedale (35 per cento.)
Dal 2014 sono state prese in carico 85 donne in gravidanza e sono nati in buona salute 93 neonati da madre HIV positiva. Dal 1984 nella UOC Malattie Infettive Pediatriche ed AIDS Pediatrico dell'Azienda, uno dei primi Centri in Italia e in Europa, sono stati visti 1300 bambini, attualmente ce ne sono 260 in carico.
I professionisti delle Malattie Infettive, consapevoli che ancora oggi troppi pazienti arrivano a una diagnosi tardiva, sono impegnati a sensibilizzare i medici di medicina generale e a insegnare agli altri specialisti a sospettare l'infezione in presenza di patologie indice.
QUI le slides della conferenza stampa